Le Relazioni Affettive
Le Relazioni Affettive?
Un disastro!
Molti di noi hanno la tendenza ad intraprendere relazioni affettive con persone che poi, inevitabilmente, si rivelano sbagliate.
Si sente spesso dire "ma possibile che capitano tutti a me!"
Ogni persona porta con sè un bagaglio di esperienze che ripropone durante le relazioni interpersonali.
Fondamentale per il bambino è l'esperienza della relazione con la propria famiglia di origine e transgenerazionale (allargata), che poi interiorizza.
L'individuo tenderà a ricercare affettivamente sempre quel particolare tipo di persona che richiama la relazione originaria, anche se disfunzionale.
Cosa è possibile fare per migliorare la qualità delle relazioni affettive, e per avvicinarsi o farsi avvicinare dalle persone "giuste"?
Cosa può fare lo Psicologo?
Lavorare insieme al paziente su quegli aspetti della personalità che "imprigionano" l'individuo costringendolo in relazioni sempre negative. Sbloccando la dinamica relazionale da una "coazione a ripetere" , è possibile vivere in modo pienamente autonomo gli affetti, per non ricalcare, generazione dopo generazione, tutti i limiti, le paure e gli errori che hanno caratterizzato la famiglia ed i suoi membri.
In realtà una buona qualità delle relazioni affettive è indice di equilibrio psicologico; relazioni instabili, brevi o basate sulla dipendenza, ad esempio, solitamente si rilevano in un'organizzazione di personalità nevrotica, ma ancor più di frequente in disturbi della personalità di tutti e tre i cluster (A-B-C).
Il lavoro psicoterapeutico ad orientamento psicodinamico è estremamente efficace nel migliorare la qualità della vita del soggetto; ma serve una forte motivazione, da parte del paziente, per mantenere l'impegno terapeutico, che è un vero e proprio lavoro "con" il terapeuta, "per" giungere ad una svolta nella propria vita.