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Identità e Alterazione

IDENTITA' E ALTERAZIONE

Identità e Alterazione


Abbiamo ritenuto di considerare il concetto di identità personale, pertinente con questo articolo, poiché nell’incontro con l’”altro” l’identità personale tende a modificarsi attraverso un continuo flusso di inter-azioni.

Il requisito strutturale fondamentale per lo sviluppo della capacità di amare maturo è il consolidarsi di un’identità dell’Io integrata nel contesto della crisi d’identità adolescenziale. L’identità personale dipende dallo stabilirsi di un concetto di sé integrato e di relazioni oggettuali totali che vengono da tale identità contemporaneamente rinforzate, con la rimozione ed i meccanismi difensivi correlati con principali meccanismi di difesa.

Secondo E. H. Erikson 1959, la strutturazione della identità personale passa attraverso il superamento di una crisi psicosociale come condizionata dal contesto socioculturale in cui avviene. Egli, descrivendo il raggiungimento dell’intimità come primo stadio dell’età adulta, sottolinea la dipendenza di questo stadio dal raggiungimento di un senso di identità durante l’adolescenza.

Egli colloca nella fase dell’adolescenza la conquista dell’identità, il senso di valere per sé e per gli altri. Oltre al rapporto delle varie istanze psichiche (Es, Io e Super-io), la “scelta” della soluzione della crisi adolescenziale nella riuscita o meno del formarsi dell’identità personale, viene dato rilievo anche alla struttura sociale che sta attorno all’adolescente.

L’autore afferma che l’identità personale può essere messa in discussione od arricchita anche nell’età adulta e nell’età matura in corrispondenza della sperimentazione di nuove opportunità che si presentano nel ciclo di vita; di esse emerge l’intimità che dalla giovinezza e prima età adulta pone l’individuo di fronte all’altro.

L’identità può essere messa in gioco nella relazione di coppia, e attraverso il concetto di confine di contatto possiamo intendere quella zona dinamica attiva che la modella. L’alter-azione che ne consegue produce i suoi effetti che sono sempre bi-direzionali, nel senso che agisce dinamicamente restituendo parti dell’uno nell’altra e viceversa. La inter-relazione tra due individui in questa ottica pone in rilievo il concetto di identificazione proiettiva inteso non come processo arcaico di difesa, ma come processo che naturalmente si attiva in presenza due o più individui in contatto, come processo bidirezionale attraverso il quale due persone, che entrano in relazione, come in un respiro, assumono dinamicamente parti l’uno dell’altra.  Esso porta inevitabilmente ad una condizione di continuo movimento interno che contribuisce alla definizione dell’identità personale.

L’identità personale quindi in questo contesto può essere considerata come possibile solo in riferimento all’altro e alla relazione tra queste due parti. Ciò non significa che l’incontro con l’altro inevitabilmente porti a non ri-conoscersi e a smarrirsi, al contrario può far emergere parti di sé gia presenti e poi ri-conosciute. L’identificazione proiettiva assume bene in sé questo processo dinamico sottolineando la necessità dell’altro, nella costruzione della propria identità personale, processo che possiamo definire do co-costruzione.

L’altro concetto utile per dare un contributo al tema dell’identità personale è quello della collusione. La collusione per acquisire senso concettuale presuppone l’esistenza di almeno due individui in relazione tra loro. Essa agisce nella coppia come un tacito accordo, inconsapevole, riguardo al funzionamento e alla continuità di una modalità relazionale propria della coppia. Finché la collusione è funzionale alle parti perché resti tutto cosi com’è, la coppia può continuare il suo rapporto che può essere di compensazione di parti agite attraverso l’altro. E’ possibili parlare di immagini interne condivise nella coppia attraverso le quali, parti di sé, della relazione originaria vengono messe al servizio, condivise nella coppia attraverso meccanismi di proiezione e riacquisizione, in un flusso continuo che restituisce dinamicità alla relazione della coppia. Il fallimento della collusione, intesa come fallimento del tacito accordo inconscio anche solo di una delle due parti, com-porta la richiesta dell’intervento esterno, di un aiuto atto a ripristinare la collusione originaria e quindi dell’equilibrio.

BIBLIOGRAFIA

Kernberg, O., F., "La coppia e il gruppo" in Relazioni d’amore. Normalità e patologia. Cortina. Milano 1995.

Canestrai R., “Le teorie della personalità” in  Psicologia generale e dello sviluppo. Clueb editore, 1984.

Aut.sanit.n°66 del 21-05-2003
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