Caso A
Caso "A"
2.1.1 Storia evolutiva e di coppia
Laura è cresciuta in un ambiente familiare in cui il padre, imprenditore, autoritario e maschilista, si imponeva sulla madre e su di lei, mentre con il figlio maschio era più permissivo. Con il padre ella ha quindi avuto un rapporto di timore e sottomissione; egli è stato descritto come una persona insofferente e nervosa, che non era possibile contraddire poiché reagiva con scatti d'ira. Il rapporto di Laura con la madre, casalinga, era invece di affetto. Entrambe le donne erano sottomesse alla figura dominante del marito e padre (e .. padrone).
Con il fratello, maggiore di lei di quattro anni, ella ha avuto poco dialogo e scarsa intesa: anche lui tendeva a prevaricarla, e man mano che cresceva manifestava sempre più un atteggiamento simile al padre, pretendendo di comandare e sopraffare.
L'adolescenza è stata vissuta da Laura in modo coartato: ella era molto controllata, e il padre si mostrava assai severo e ristretto con lei riguardo gli orari di rientro a casa e le frequentazioni amicali.
La ragazza, intelligente e socialmente adeguata, ha comunque concluso gli studi senza difficoltà, conseguendo il diploma di ragioneria; subito dopo ha iniziato a lavorare in una casa editrice, rimanendo però a vivere in famiglia.
Dall'età di 17 fino a 19 anni ebbe una storia affettiva importante con un giovane, che però non era gradito al padre. Il genitore contrastò la relazione tanto che ella infine lasciò il ragazzo, malgrado l'amore che provava per lui. La conclusione forzata del fidanzamento generò in lei un esaurimento nervoso.
Proprio in quel periodo di estrema fragilità ella incontrò Giulio: i giovani avevano 19 anni lei e 28 lui. Giulio iniziò a corteggiare Laura, la quale, alla ricerca di consolazione, acconsentì soprattutto per lenire la sofferenza del distacco forzato dal precedente fidanzato. Giulio, presentato ufficialmente ai genitori di lei, fu subito ben accolto, e quindi stavolta la relazione poteva procedere senza ostacoli.
Dopo poco tempo, però, il giovane iniziò a manifestare il suo vero carattere, introverso ed autoritario, per certi versi simile a quello del padre di Laura. L'incompatibilità caratteriale tra i fidanzati si fece sempre più forte, e i litigi erano sempre più frequenti. Più volte Laura minacciò di lasciare Giulio, e di questo parlò con la madre, la quale, però, la esortò a non dare un dispiacere al padre che tanto apprezzava il fidanzato. Inoltre, la madre era venuta a conoscenza che i due giovani avevano avuto rapporti sessuali, e colpevolizzò la figlia dicendole che non avrebbe potuto trovare facilmente un marito diverso a causa della sua mancata verginità.
Laura e Giulio decisero infine di sposare dopo quattro anni di fidanzamento.
Per la ragazza il matrimonio rappresentava, nonostante i contrasti caratteriali col fidanzato, la possibilità di uscire dalla casa paterna, piena di obblighi e di coartazioni; inoltre soddisfaceva il suo bisogno affettivo di non rimanere sola.
La convivenza coniugale è stata caratterizzata da continui litigi, poiché il marito riproponeva a Laura il comportamento dispotico del padre di lei, ed ella continuava a sentirsi sottomessa e repressa, prima dal padre e dal fratello e poi dal marito.
Dal matrimonio nacquero due figlie, ma il rapporto coniugale non migliorò. Il marito non era adeguato neanche come genitore, perché era disattento e distante.
Nonostante tutto ciò, la convivenza matrimoniale continuava, soprattutto perché Laura non si sentiva capace di contrariare il padre.
Passando gli anni, ella è però divenuta più sicura di sé, decisa e determinata; si è affermata professionalmente, diventando imprenditrice, così che nel campo del lavoro giunse a valere più del marito.
Infine, dopo vent'anni di vita matrimoniale, Laura prese la decisione di separarsi.
Il marito ed il padre cercarono di contrastarla in tutti i modi (Giulio tentò anche il suicidio). Stavolta, però, ella fu determinata, e non tornò indietro. Ha poi chiesto la nullità matrimoniale, invocando per se stessa la mancanza di discrezione di giudizio all'epoca della nozze.
2.1.2 Esame diretto e protocollo testologico(test di Rorschach e test grafici)
Laura, nel corso dei colloqui e della somministrazione dei test, ha dimostrato di conoscere quale fosse il significato della perizia nell'ambito della causa di nullità matrimoniale, e cioè valutare la sua condizione psicologica all'epoca del nozze, per evidenziare aspetti di inadeguatezza. Tuttavia, se da un lato è apparsa disposta a mettersi in discussione, dall'altro lato in modo istintivo continuava a non perdere occasione per esprimere accuse, manifestando una intensa esigenza di rivalsa verso il coniuge (ho promosso la causa per essere libera e non avere più nulla a che fare con il mio ex marito!). Tale atteggiamento è indicativo di una fondamentale conflittualità emotiva verso le figure maschili.
Infatti, per quanto riguarda il contenuto del colloquio diagnostico ella ha segnalato in modo ricorrente la questione che avverte come quella centrale nella sua vita, e che continua a disturbarla in modo problematico e irrisolto; la propria necessità di affrancamento e autonomia dagli uomini, prima dal padre e dal fratello, e poi dal marito. Gli uomini sono stati da lei definiti come tendenzialmente prepotenti e prevaricatori, talchè la sua vita è stata dedicata a riscattarsi dalla soggezione al potere maschile e tentare una rivalsa sugli uomini.
Per quanto riguarda più propriamente i diversi aspetti semiologici esplorati, complessivamente la signora Laura è apparsa una persona intelligente, socialmente adeguata, efficiente, pronta ed intuitiva. In lei quindi si riscontrano certamente aspetti validi. D'altra parte, nella dimensione dell'affettività, si è riscontrata una significativa "instabilità", il che pare indicativo di una vita emotiva poco elaborata, ma soprattutto si un senso intimo di insicurezza emozionale.
Al test di Rorschach la signora Laura ha prodotto un numero di risposte quantitativamente scarse, con diversi fenomeni di shock (tav. I, IV, VI, VIII e IX). Si rileva l'uso di modalità difensive verso l'ansia, un tono dell'umore disforico, e un problema importante riguardo il livello di strutturazione del Super-io (ipertrofico) e la dinamica potere-sottomissione. Il livello di aspirazione è molto elevato. I bisogni affettivi sono però poco integrati, e possono essere vissuti come minaccia. L'Indice di Realtà ( 6 ) è normale; l'indice di impulsività ( 0,5 ) è più elevato della norma, e può indicare la presenza di impulsi repressi latenti.
I test grafici hanno evidenziato insicurezza ansia e depressione (tratto e pressione discontinui). Si può ipotizzare la presenza di introversione, egocentrismo, sentimenti di indecisione e timore, debolezza e passività (collocazione del disegno a sinistra e foglio orizzontale). Il contenuto suggerisce problemi di dipendenza, regressione e inibizione, soddisfazione ricercata nella fantasia e ipersensibilità alle opinioni altrui (testa e occhi grandi, fibbia, bottoni, sigaretta). La figura materna è percepita come frustrante (omissione seni). Si rilevano sentimenti di inadeguatezza, e fuga dalle responsabilità relazionali (braccia corte e mancanza dita numero).
2.1.3 Considerazioni complessive sul caso "A"
Gli elementi disponibili per la psicodiagnosi della signora Laura sono risultati esaustivi. Infatti, si è riscontrata una significativa convergenza tra le diverse prospettive di indagine: - la valutazione della storia personale e matrimoniale, con particolare riguardo al rapporto della perizianda con le "figure maschili"; - il risultato dell'esame diretto; - il risultato dei test psicodiagnostici.
Laura è per molti versi una persona "psicologicamente adeguata", e certamente non presenta aspetti di franca psicopatologia. In lei si possono d'altra parte riscontrare alcuni problemi di "immaturità caratteriale", che rientrano nella definizione di "tratti di personalità su base psiconevrotica", e che attengono ad una problematica irrisolta nei confronti delle figure genitoriali.
Laura ha interiorizzato la figura materna come sottomessa e vessata dalla figura paterna, sentita come autoritaria, dominante e prevaricante. In tal modo, la sua femminilità si è formata con un carattere di conflittualità intima, essendo connotata di aspetti di sottomissione e dipendenza, mescolati ad aspetti di aggressività repressa (aspetti passivo-aggressivi).
Ciò ha comportato la strutturazione di una personalità anormale, che può essere definita secondo il DSM-IV tratti di dipendenza e passivo-aggressivi (cluster C delle anomalie di personalità).
Laura, nell'ambito della vita affettiva, tende a relazionarsi con la figura maschile in modo problematico, poiché da una parte ha interiorizzato una forma di soggezione, ma dall'altro lato nutre sentimenti di "contro-dipenenza" e di rivalsa. Queste tendenze tra loro in contrasto producono una situazione dinamica, per la quale i comportamenti della perizianda procedono secondo particolari e tortuosi "percorsi", condizionati in modo inconscio.
Passiamo ora a considerare le implicazioni della condizione psicologica descritta, nell'ambito della relazione tra Laura e Giulio.
Laura aveva sperimentato per tutta la durata dell'infanzia, dell'adolescenza e della prima giovinezza una difficile relazione con le figure maschili della sua famiglia; in primis il padre, ma anche il fratello, mostravano verso di lei un comportamento dominatore, prevaricante e poco rispettoso della sua individualità. Tale prepotenza è stata massimamente sofferta dalla ragazza quando è stata costretta a lasciare il suo primo fidanzato (ella ebbe un "esaurimento nervoso").
Può sembrare incomprensibile che poi ella, nella scelta del partner coniugale, anziché ricercare una persona rispettosa e valorizzante, si è invece legata ad un uomo come Giulio che le riproponeva l'aggressività e la prepotenza subìte nella famiglia di origine. Infatti, pure se il padre di Laura ha esercitato una forte pressione sulla figlia affinché si legasse a Giulio (il quale corrispondeva al modello di "uomo dominatore"), non c'è dubbio che la ragazza ha espresso infine il suo personale atto di consenso di voler stare con Giulio e di sposarlo.
Si deve ritenere che Laura ha "scelto" proprio un partner che rappresentava il suo problema psicologico irrisolto: ella ha cercato di nuovo un rapporto di soggezione rispetto alla figura maschile; d'altra parte, ella in qualche modo avvertiva che Giulio era meno "potente" di suo padre, e che prima o poi avrebbe potuto sconfiggerlo. In altre parole, mentre nei confronti del padre e del fratello Laura si è trovata ad essere "definitivamente" perdente, con Giulio ella sentiva di poter tentare una rivalsa.
Da un certo punto di vista, tutta la sua vita matrimoniale è stata da lei dedicata a cercare il riscatto dalla soggezione alla figura maschile, e dopo vent'anni ella, lasciando il marito, ha infine raggiunto questo suo obbiettivo psicologico fondamentale.