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La Depressione

LA DEPRESSIONE

La Depressione


Sono triste quindi sono depresso!

Si sente spesso usare il termine depressione in modo inappropriato, la tristezza può essere un sentimento adeguato ad un particolare momento o evento che una persona sta vivendo.

La perdita di una persona cara, la separazione da una persona cara o una delusione d'amore ad esempio, generano normalmente delle reazioni di sofferenza (lutto) che nel tempo si attenuano, come una ferita che si rimargina, la ferita resterà sempre mentre il dolore no. Questi eventi possono provocare uno stato depressivo reattivo ad una esperienza concreta vissuta come perdita, che generalmente si risolvono con il tempo e l'elaborazione dell'evento traumatico soprattutto se si è sostenuti da una rete sociale affettiva.

Esistono, però, degli aspetti di  personalità (premorbosa) correlati con il disturbo depressivo, ad esempio: una tendenza ossessiva al perfezionismo, l'ambizione e la tendenza a vivere la realtà come una sfida e quindi a gareggiare e a competere con gli altri, ricavandone spesso un senso di frustrazione e di insoddisfazione.   Tratti di personalità dipendente, con la continua ricerca di approvazione sociale, di gratificazioni esterne  e di conferme ecc.

Altre caratteristiche di personalità che possono facilitare una reazione agli eventi di tipo depressivo riguardano quei soggetti con bassa autostima ed una forte tendenza all'autocritica.

Poi esiste la depressione detta endogena che apparentemente non emerge in relazione ad alcuna causa esterna. Nei casi più gravi si parla di disturbo depressivo maggiore mentre una forma meno grave è nota come disturbo distimico.

In ogni caso, la depressione, soprattutto per la forma più grave, presenta una possibile base ereditaria, tuttavia l'intervento è possibile e comprende sia l'aspetto farmacologico sia l'aspetto psicoterapeutico.

Nella nostra cultura, ciò che manca è "l'educazione alla separazione"; in tutte le fasi che costituiscono il ciclo di vita dell'essere umano si tende a negare ogni tipo di separazione.

Ma a quale prezzo?

  • Disturbi depressivi:      


  • - Disturbo depressivo maggiore.


  • - Disturbo distimico.


  • - Disturbo depressivo non altrimenti specificato.


Il disturbo dell'umore con esordio postpartum può riguardare una delle categorie sopra citate, se l'esordio si colloca nelle quattro settimane dopo il parto. Il rischio di episodi di alterazione dell'umore postpartum con manifestazioni psicotiche risulta particolarmente aumentato nelle donne con precedenti episodi di alterazione dell'umore postpartum, ma è anche elevato per  quelle con anamnesi di Disturbo dell'Umore particolarmente di tipo Bipolare I. Il rischio di episodi di alterazione dell'umore psicotici postpartum sembra aumentato anche tra le donne senza anamnesi di Disturbo dell'Umore, ma con familiarità per il Disturbo Bipolare. Gli episodi postpartum devono essere differenziati dal delirium del periodo postpartum, che si distingue per il ridotto livello di coscienza o di attenzione.

La caratteristica essenziale dell''Episodio Depressivo Maggiore è un periodo di almeno due settimane durante il quale è presente depressione dell'umore o perdita di interesse o piacere per qualsiasi altra attività (anedonia).  Nei bambini e negli adolescenti l'umore può essere irritabile anziché triste. Inoltre, l'individuo deve presentare almeno altri quattro sintomi di una lista che includa alterazioni dell'appetito del peso, dl sonno, e della attività psicomotoria; ridotta energia; sentimenti di svalutazione o colpa; difficoltà di pensare, concentrarsi o prendere decisioni; oppure ricorrenti pensieri di morte. L'Episodio Depressivo Maggiore può essere singolo o ricorrente, lieve, moderato, grave con o senza manifestazioni psicotiche, in remissione parziale o completa.

Mentre il Disturbo Distimico è caratterizzato da un umore cronicamente depresso, presente per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno per almeno  due anni. Gli individui con questo disturbo  descrivono il loro umore come "triste" o "giù di corda. E possono essere presenti: iporessia o iperfagia, insonnia o ipersonnia, ridotta energia o affaticabilità, bassa autostima, scarsa capacità di concentrazione o difficoltà nel prendere decisioni e sentimenti di disperazione. Gli individui possono riferire la presenza rilevante di riduzione di interessi e di autocritica, spesso si vedono come poco interessanti o incapaci. Durante il periodo di due anni, gli intervalli liberi da sintomi non durano più di due mesi.

Aut.sanit.n°66 del 21-05-2003
P.I.08501381001
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